Oracoli che sbagliano

Carla Benedetti e Maurizio Bettini

Il sottotitolo dice “un dialogo sugli antichi e sui moderni. Modi di agire e di pensare che hanno ancora un valore oggi.”

Questo libro è un saggio aggraziato, sotto forma di chiacchierata informale tra una contemporaneista e un latinista. Invece di mettere i due mondi a confronto, i due discutono di possibili punti in comune tra i due mondi. La cosa più interessante che viene fuori dal libro sono quegli aspetti della cultura classica che non ti insegnavano a scuola, ai suoi tempi, e che sarebbero invece molto utili perché tutto sommato paragonabili, almeno in parte, a certe sensibilità moderne, o forse coì diversi che sarebbero utili per comprenderci.

E’ un libro affascinante che parla di cose affascinanti, la forma in dialogo permette scivolate e voli pindarici che sono il mio pane: come ci si trova a parlare di complottismo e Pasolini? Come la psicanalisi – che tanto utilizza formati classici – si distacca dal modo di vedere il sé (fluido, in divenire) che caratterizzava gli antichi greci? Come siamo arrivati all’intolleranza religiosa partendo da un mondo politeista che integrava senza tante storie le divinità altrui?

E così via. Ho letto questo libro all’inizio dell’estate, in un momento in cui cercavo di capire me stessa dopo un momento di difficoltà personale. Mi ha reso felice, per alcuni pomeriggi caldi e pigri, frugare nel passato e cercare di capire il presente fuori da me.